CAFFE' MISSAGLIA
Tutto è passato nello storico caffè Missaglia, "Quasi in un lungometraggio d'una vita intera di sport e città", scriveva il giornalista Francesco Valvassori una trentina d'anni fa. In effetti il locale all'angolo tra le vie S. Lucia e Breda è stato testimone di un'intera epoca, il Novecento, con i cambiamenti che Questa ha portato con sé nel costume cittadino. L'apertura è datata gennaio 1940 ma la dinastia Missaglia (nove figli cresciuti dalla madre rimasta precocemente vedova) non era nuova al mestiere. Le Quattro figlie primogenite alla fine della Prima Guerra Mondiale 1919, gestivano una latteria in via Marsilio da Padova.
Nel 1922 i quattro fratelli maschi Bepi, Orione, Italo e Ferruccio, dal momento che le quattro sorelle femmine erano già tutte sposate, diedero vita al Bar Missaglia di via Gorizia ove assieme alla mescita di vini nacque il Cenacolo degli Artisti grazie alla verve poetica di Bepi (uomo dai versi divini e dai vini diversi). Il bar era centro d'incontro di illustri personaggi di cultura che erano di passaggio per Padova.l'attività cessò nel 1962.
Contemporaneamente i fratelli Missaglia decisero di aprire in gennaio 1940 un ulteriore locale per esigenze familiari e si arriva così alla sede attuale di via S. Lucia sotto la guida di Italo e Orione. In questo locale nasce la Tavernetta dei Poeti altro punto d'incontro culturale della città. La Tavernetta prende il nome da una serie di pannelli posti alle pareti della saletta posteriore, che illustrano episodi di vita di poeti e scrittori della storia (Bembo, Omero, Falstaff, Cavalcanti ecc.) opera del pittore padovano Toni Menegazzo (Amen) grande amico dei fratelli Missaglia.
Un connubio quello tra il bar, o meglio i bar dei Missaglia, e la città testimoniato da molte fotografie d'epoca conservate ancora oggi nel locale.
Nel 1936 i soldati padovani in Africa allestirono una cambusa mettendoci sopra l'insegna "Bar Missaglia", un modo per esorcizzare la nostalgia di casa. Nel secondo dopoguerra il caffè era frequentato dagli atleti del Calcio Padova di Cesarin, del Petrarca rugby, della scherma, del ciclismo, come l'asso padovano Zanaga. Quando nel 1946 nacque la Sisal, il Totocalcio d'allora, nel locale si inaugurò la prima ricevitoria del Veneto. Erano gli anni della "Rumorosa", un ex carro dell'esercito americano che i Missaglia avevano adibito a pulmino per portare i clienti tifosi a vedere le partite in trasferta. Ma nel caffè si ritrovava anche la cultura padovana: nella "Tavernetta dei poeti" si riunivano tra gli altri Dino Durante e Bruno Capovilla, ma anche il grecista Manara Valgimigli, Concetto Marchesi, l'antifascista Egidio Meneghetli, lo scultore Strazzabosco, il pittore Pendini, gli attori Gino Cavalieri e Ferruccio Tagliavini. La storia del Caffè Missaglia è dunque Quella di un'intera città, che la nuova gestione di Carlo Quaggia, con la famiglia alla guida del locale dal 1992, cerca con passione di recuperare. Per chi Quell'atmosfera da mito non l'ha mai vissuta.
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